arte metafisica

Proprio quando si afferma in Italia l'arte futurista, nel secondo decennio del Novecento, molti artisti scelgono di ritornare alla pittura figurativa. Un esempio interessante è dato dalla pittura metafisica. Vi aderirono Giorgio de Chirico e Giorgio Morandi.
Il termine metafisica significa “oltre il mondo materiale”; la Metafisica, dunque, è interessata a ciò che si nasconde dietro l'apparenza. Il pittore non descrive la realtà che vediamo, ma una nuova, abitata da oggetti e figure conosciute, posti però in situazioni differenti da quelle abituali. Questa nuova realtà ci trasmette un senso di smarrimento, perché non siamo immediatamente capaci di comprenderla. Lo stesso de Chirico, nato in Grecia da genitori italiani, ricorda quanto siano stati importanti per la sua formazione i templi antichi, ormai isolati dalla realtà in cui erano stati creati, e quindi indecifrabili.

I quadri metafisici propongono scenari impossibili, costruiti con prospettive errate e figure 'fuori scala'; le ombre, lunghissime, sono determinate da una luce chiara ma fredda.

Si descrivono mondi quasi disabitati e, anche per questo, misteriosi. Al loro interno l'uomo si perde nella solitudine o è ridotto a manichino o statua.
Le immagini metafisiche sono attraversate da inquietudine e malinconia: esse appartengono agli
anni che precedono la Prima Guerra Mondiale e sembrano presagire il clima di incertezza e di irrazionalità che di lì a poco avrà il sopravvento.