VAN GOGH
Vincent Van Gogh nasce in Olanda. La prima parte della sua vita è caratterizzata da continui spostamenti. Il suo scarso equilibrio mentale ne fece un’anima inquieta, facile agli entusiasmi e soggetto a profonde crisi depressive. Fallito il tentativo di diventare pastore predicatore, come il padre, si dedica agli studi di pittura, ispirandosi al realismo ottocentesco. Le prime opere hanno colori scuri e ritraggono ambienti e personaggi umili. Il capolavoro di questo periodo è “I mangiatori di patate”.
Successivamente raggiunse il fratello Theo a Parigi e qui viene a contatto con la pittura impressionista: comincia così ad usare colori più chiari e luminosi, sperimentando anche la tecnica divisionista. Ma la sua tecnica evolve ben presto verso una espressività più marcata: la deformazione delle figure e della prospettiva gli permette di esprimere i suoi sentimenti, mentre le pennellate diventano violente e piene di colore. Comincia una produzione di autoritratti in cui sembra volere comprendere meglio il suo tormento interiore.
Nel 1888 si trasferisce ad Arles, in Provenza. è attratto dalla luce di quei luoghi e vuole creare una comunità di artisti che condividessero le stesse idee. Qui ritrae la campagna circostante e le persone semplici del paese. Le opere di questo periodo hanno toni più accessi, tra i colori prevalgono l’azzurro e il giallo. Riesce a convincere Gauguin a raggiungerlo, ma la convivenza tra i due ha un esito tragico: dopo una lite violenta, Gauguin abbandon
a Arles e Van Gogh in un accesso di rabbia si taglia un orecchio.
Si fa internare in un ospedale psichiatrico dove, nei momenti di lucidità, dipinge alcune tra le sue opere più note: vasi di fiori ma soprattutto paesaggi in cui i colori diventano freddi e tristi e la linea si fa aggrovigliata e contorta, le figure sono sempre più deformate. è una rappresentazione della realtà non realistica, visionaria e angosciata, che riflette la condizione mentale di Van Gogh. Il suo ultimo quadro “Campo di grano con corvi” è quasi un presagio del suo imminente suicidio.
Van Gogh anticipa, nella sua pittura, le correnti espressioniste del Novecento: la violenza e l’immediatezza delle sue pennellate, che lasciano forti tracce a rilievo sui quadri, esprimono forti passioni. Per Van Gogh la pittura non è rappresentazione fedele di ciò che vede, ma istintiva espressione di ciò che sente dentro.