futurismo
Nel 1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblica sul giornale francese "Le Figaro" il Manifesto del Futurismo. È la nascita di uno dei movimenti artistici più importanti del primo Novecento.
I Futuristi dichiarano la propria assoluta fiducia nel progresso, in nome del quale tutto deve essere rinnovato. Essi, anzi, profetizzano l'annullamento del passato e criticano la cultura del loro tempo, che definiscono sprezzantemente "chiaro di luna", in quanto ancora espressione di una sensibilità decadente e romantica. Giungono persino a provocare il 'buon senso' comune, auspicando la distruzione dei musei e delle loro opere.
In realtà, non faranno nulla di tutto questo: con il loro linguaggio violento, fatto di provocazione e di paradossi, essi intendono scuotere il pensiero corrente e il mondo dell'arte.
I Futuristi e i loro manifesti
I Futuristi pubblicarono molti Manifesti, ovvero programmi teorici in cui dichiaravano al pubblico le loro intenzioni e le loro idee riguardo gli aspetti più diversi della vita: letteratura, arte, musica danza, teatro, moda ecc.
Il Manifesto della pittura futurista è stato scritto da Giacomo Balla, Umberto Boccioni e Carlo Carrà.
L'esaltazione del movimento
I Futuristi, al pari dei Cubisti, si chiedono che cosa di ciò che ci circonda rimanga impresso nella nostra coscienza. In un mondo in trasformazione, come quello d'inizio Novecento, essi affermano che la realtà va pensata non secondo im¬magini fisse, ma in continuo movimento. Per questo motivo esaltano la velocità, espressione dei tempi moderni.
Le nuove macchine, i nuovi mezzi di locomozione fanno conoscere il mondo più che l'osservazione dei quadri di un museo; allo stesso modo, la velocità, l'energia, il rombo del movimento meccanico o del motore sostituiscono gli antichi simboli dell'armonia e della bellezza.
Muovendosi, l'oggetto si fonde con lo spazio circostante e crea nuove forme. Queste interagiscono con la luce che si riflette in più direzioni: scompare, così, la prospettiva, che impone un solo punto e un unico momento di osservazione.
La linea è lo strumento pittorico più idoneo a trasmettere la velocità, il passaggio e la trasformazione.
Il dinamismo di Giacomo Balla
Per quanto il Futurismo proponesse un linguaggio rivoluzionario, molti suoi esponenti hanno avuto una formazione figurativa. Tra questi è Giacomo Balla, che iniziò come divisionista.
“Dinamismo di un cane al guinzaglio” rappresenta una tappa fondamentale della sua ricerca di forme dinamiche.
Si legge nel Manifesto tecnico: "Una figura non è mai stabile davanti a noi, ma appare e scompare incessantemente. [ ... ] Le cose in movimento si moltiplicano, si deformano, susseguendosi, come vibrazioni, nello spazio che percorrono" .
Umberto Boccioni
e la città in costruzione
Umberto Boccioni è una delle figure più importanti del Futurismo. A Roma si è formato in ambito espressionista e divisionista; giunto a Milano nel 1907, approda al Futurismo. La sua ricerca non si limita alla pittura, ma si estende alla scultura, con cui approfondisce, in particolare, il tema del movimento delle forme nello spazio. Boccioni ha lasciato numerose riflessioni scritte, importanti per comprendere la sua arte.
Attratto come tutti i Futuristi dalla vita frenetica, dal rumore delle automobili e dei cantieri, dal flusso inarrestabile delle persone, Boccioni nei suoi quadri si sofferma molto spesso su scene urbane.
Rappresentando la città, Boccioni immagina vortici che trascinano uomini, macchine, cose. L’energia della città che cresce, sale, si trasforma è evidenziata mediante le linee-forza, che individuano la direzione del movimento.
I quadri di Boccioni non propongono un'analisi oggettiva della realtà urbana: l'energia che travolge le scene è simbolo di un inarrestabile progresso. È così che Boccioni esprime la propria fiducia nel futuro della modernità.