MICHELANGELO

Michelangelo Buonarroti nasce a Caprese, presso  Arezzo, nel 1475. La sua arte racchiude tutti i caratteri dell’arte rinascimentali, ma ne esprime anche le contraddizioni, anticipando le novità del secolo successivo. Michelangelo fu artista completo, pittore, scultore, architetto, ma anche poeta. Tuttavia fu nella scultura che egli pensava di esprimere meglio il suo ingegno. Frequentò la corte di Lorenzo il Magnifico studiando con amore la scultura classica greca e romana. Nelle sue opere il corpo umano è rappresentato con forme plastiche e dinamiche, che esprimono forti sentimenti e passioni.

In una delle sue prime opere, il Bacco, troviamo lo studio accurato del nudo maschile e la resa del movimento che rompe l’equilibrio classico. Più tardi, nella Pietà del Vaticano, realizzata a soli 24 anni, la grazia e l’armonia della madonna si uniscono alla posa drammatica e scomposta del Cristo appoggiato sulle ginocchia della madre.

Il suo primo incarico prestigioso è la tomba che il papa Giulio II voleva farsi realizzare nella basilica vaticana. Nel progetto l’opera avrebbe dovuto essere monumentale e ospitare quaranta statue e il sarcofago del pontefice.  Tuttavia non fu mai completata e del lavoro di Michelangelo ci restano oggi il possente Mosè e alcune statue di Prigioni.

Il David di Firenze fu commissionata a Michelangelo dal governo fiorentino che aveva appena cacciato i Medici e rappresenta, col suo atteggiamento fiero e teso, la lotta contro la tirannia. Michelangelo sosteneva che la scultura si realizza “per forza di levare”: pensava infatti che bisognasse togliere il superfluo dal blocco di pietra per liberare la forma che è racchiusa dentro. In alcune statue lasciò volutamente delle parti non rifinite, appena sbozzate, quasi volesse esprimere la sofferenza dell’uomo che vuole liberare la propria anima. Questa tecnica viene definita “non finito”.

Anche la pittura di Michelangelo ha una straordinaria forza plastica: le figure infatti sono realizzate con forti e vivaci contrasti di colore che le fanno apparire a rilievo. Le posizioni contorte danno alle immagini il senso del movimento e della potenza. E'  ancora a Firenze quando realizza il Tondo Doni, una rappresentazione della Sacra Famiglia piena di tensione e di volume.

Ma è a Roma che realizza il suo capolavoro, la decorazione ad affresco della volta della Cappella Sistina, sempre su commissione di papa Giulio II. Su una superficie di 500 mq, Michelangelo realizzò, senza aiuti, un grandioso ciclo di affreschi su temi tratti dall’antico testamento. I riquadri centrali, divisi da finte architetture a rilievo, rappresentano con forza plastica episodi della Genesi. A fianco potenti figure di Sibille e Profeti si staccano decisamente dal fondo come se fossero sculture. Le immagini hanno posizioni dinamiche e monumentali.

Quasi trent’anni dopo Michelangelo realizza, sulla parete di fondo della Sistina, il grandioso affresco che rappresenta il Giudizio Universale. Qui non c’è più nessuna divisione architettonica delle scene e tutti i personaggi, più di quattrocento figure, partecipano a un movimento vorticoso che sembra generato dal gesto potente di Cristo, al centro. Intorno si dispongono la Vergine e i Santi con i simboli del martirio, a destra i dannati vengono trascinati verso la barca di Caronte che li traghetterà all’inferno, a sinistra i beati salgono verso il cielo dove li attendono gli angeli con i simboli della passione di Cristo. La composizione è drammatica e riflette l’animo tormentato dell’artista.


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